giovedì 6 settembre 2018

Canili comunali capitolini: presentato un dossier di 50 pagine per avere finalmente delle spiegazioni

Fonte: ADNKRONOS

I canili comunali romani continuano a rimanere un mistero fitto, all'interno del quale è difficile trovare uno spiraglio di luce, a meno che si abbia la ferma volontà, ma anche le competenze giuste, per poterlo fare.

Ecco perché, a seguito del nuovo bando per l'affidamento di tali strutture, lo scorso 6 settembre è stato presentato all'amministrazione capitolina da parte di Simona Novi, Presidente dell'Associazione Mi Fido onlus un dossier articolato in diversi punti, in cui viene analizzata la situazione attuale, che si trovano a vivere i canili di Roma, per tentare di avere finalmente qualche chiarimento e qualche risposta.

Il dossier, che si sviluppa in 50 pagine, mira ad avere finalmente delle spiegazioni rispetto alle diverse incongruenze, che al momento la situazione presenta.

Dalla presenza all'interno dei canili di associazioni non iscritte al registro regionale del volontariato del Lazio (iscrizione che era un requisito non facoltativo, ma obbligatorio per poter operare nelle strutture così come imponeva lo stesso bando), a numeri che davvero non tornano (a fronte di ingressi esigui rispetto agli scorsi anni, percentuali di decessi altamente significative), fino alle attività svolte da volontari, che vanno a sostituire completamente in alcune fasce orarie i dipendenti della struttura, in barba a qualsiasi indicazione sempre contenuta nel precedente bando.

Interessante anche la scelta di dare dei cani in adozione all'estero. Da cosa è stata dettata? sappiamo bene che in altri Paesi la soppressione è una pratica da anni legalizzata, quindi perché mandare oltre confine queste creature?

Il tutto è arricchito da foto, che ritraggono scene di puro orrore rispetto alle condizioni in cui versano gli animali, e di altrettanta incuria e scarso interesse per la loro salute (vedasi cibo somministrato, quale pasta condita con sugo alle olive).


zooplus.it

Insomma qui i conti proprio non tornano e, come la metti la metti, questa storia dei canili e della loro gestione fa acqua da tutte le parti.

Ora si attende una risposta da parte di Rosalba Matassa, Direttore Ufficio Promozione Tutela Ambientale e Benessere Animale, perché siamo tutti stanchi di questa speculazione non solo economica, ma anche - o meglio sarebbe soprattutto - etica.

Cani e gatti, che arrivano in queste strutture, portano già con loro storie di abbandoni e di maltrattamenti, spesso sono feriti, in ogni caso impauriti, se non terrorizzati. Ad ognuno di loro dovrebbe essere riservato un trattamento di accoglienza e di cura e non vanno di certo considerati quale merce idonea al guadagno e nulla più.

Ricordiamoci, inoltre, che i randagi sono animali sotto la tutela e la responsabilità del sindaco e, dunque, questo sindaco dove sta?

Come cittadini, che paghiamo le tasse, abbiamo il diritto e dovere di vigilare su quanto avviene nei canili e se non ci interessa farlo per un senso etico (ossia se non amiamo gli animali), facciamolo almeno per un senso civico: laddove i conti non tornano, a pagare siamo sempre noi, mica qualcun altro. Gli sprechi, le cattive gestioni, i disavanzi ricadono sempre e solo sulle nostre spalle e, quindi, vanno ad appozzare nelle nostre tasche.

Vedremo, ora, cosa risponderanno le istituzioni. 








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