Fino al 24 ottobre 2016, a Cesano – in provincia di Roma - sorgeva una piccola struttura che si occupava di dare accoglienza a 18 splendidi gatti, tutti salvati da randagismo, i quali vivevano, così, protetti all’interno di un rifugio canile privato.
Scrivo “sorgeva”, perché proprio in quella notte, poco dopo che Mary Sorbaro , la volontaria che se ne occupa a titolo completamente gratuito, ha finito di fare il suo giro in struttura, qualcuno ha tagliato la rete e si è introdotto al suo interno e non solo ha rubato tutti gli attrezzi agricoli che erano al momento presenti, ma ha anche dato alle fiamme la struttura, usando probabilmente della benzina.
A farne le spese sono stati, come è ovvio intuire, i 18 gatti, che, vittime ignare ed inconsapevoli di quanto stava loro accadendo, si sono ritrovati in pochissimi minuti prigionieri di un rogo, impossibilitati a fuggire. Terrorizzati, soffocati dal fumo e colpiti dalle fiamme hanno tentato in qualsiasi modo di mettersi in salvo, non senza gravi danni.
La conta delle vittime finali è stata di un gatto disperso e di 17 “sopravvissuti” gravemente ustionati - così come vedete nelle foto -, soprattutto sotto le zampe, se non anche con lussazioni degli arti, dovute sicuramente al tentativo di mettersi in fuga.

Ma i volontari – in particolar modo quelli animalisti, abituati a non ricevere sovvenzioni, a non essere mai del tutto compresi perché in fondo “sono solo degli animali” -, si sa che sono abituati a parare colpi, per cui Mary non si è arresa e per sostenere il suo operato, nonché quello di Tiziana Nardelli (altra volontaria che segue più la parte delle adozioni di cani e gatti) è scattata immediatamente la macchina della solidarietà, che ha consentito di far ricoverare i gatti più gravi in clinica di accogliere in casa gli altri.
Inoltre, grazie ai social network, è stata immediatamente creata un evento su facebook “ Gattile dato alle fiamme servono aiuti subito”, che ha diffuso la notizia ed è diventata il punto di riferimento per la raccolta delle donazioni e per gli aggiornamenti sulla vicenda.
Io personalmente mi sono imbattuta in questa storia un po’ per caso, come sempre andando a curiosare in rete per vedere cosa succede in questo mondo sempre più folle, in cui sembra ci stiamo anche abituando a vivere.

Non bastava rubare? Non bastava prendersela con una struttura di volontariato? No, serviva anche la crudeltà totalmente gratuita contro i gatti, che non avevano fatto nulla di male e che – quasi di sicuro –a avevano già ricevuto da questo mondo la loro dose di sofferenza gratuita.
Poi con il passare dei giorni, mi sono resa conto che moltissime persone non sanno nulla di questo gattile e di quanto accaduto, anche quelle con un cuore immenso che di sicuro potrebbero essere d’aiuto, per cui ho ritenuto utile divulgare la storia di Mary e dei suoi splendidi mici.
E l’ho fatto proprio grazie all’aiuto dell’avvocato Barbara Cambareri, che segue, al momento, il gattile e che mi ha consentito di ricostruire la vicenda.
Ora si sta pensando alla ricostruzione del gattile e Mary sta traslocando, così potrà vivere vicino ai suoi amici a 4 zampe. C’è ancora molto da fare e, di conseguenze, servono, oltre a stalli e ad adozioni, pappe (in particolar modo cibo umido), coperte, trasportini e molto altro ancora.

Pagine buie di storie animali, come questa appena narrata, davvero non dovrebbero mai essere scritte, ma sembra che così non sia.
Anzi, ogni giorno assistiamo a nuovi eventi di crudeltà e di ferocia verso i nostri amici a 4 zampe e la giustizia sembra essere troppo lenta rispetto al loro intensificarsi.
Anzi, ogni giorno assistiamo a nuovi eventi di crudeltà e di ferocia verso i nostri amici a 4 zampe e la giustizia sembra essere troppo lenta rispetto al loro intensificarsi.
Un pensiero speciale da parte mia va al micio di Cesena disperso, al lavoro di Mary, alla disponibilità di Barbara.
Io continuerò a fare raccolta di pappe e coperte…in attesa di andare a conoscere di persona tutti loro il prima possibile.
Io continuerò a fare raccolta di pappe e coperte…in attesa di andare a conoscere di persona tutti loro il prima possibile.
Sabrina Rosa
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