Figli dell’avidità,
privi di coscienza, vuoti di morale, incapaci di empatia: questi alcuni dei connotati
di chi ha usato dei gatti vivi, cospargendoli di benzina, per dare fuoco al
Vesuvio.
Di fronte a queste
notizie, devo ammetterlo, non riesco a provare neanche più rabbia. Perché,
prima ancora che l’ira riesca ad affacciarsi, un profondo senso di
costernazione va a stimolare la mia amigdala e tacita le successive emozioni…
In nome del denaro
qui si sta distruggendo il pianeta. Boschi distrutti in pochissime ore in preda
alle fiamme…gatti uccisi proprio perché serviva qualcosa che innescasse l‘incendio…case
a rischio…persone a rischio, ma tutto questo non ha alcun valore in nome della
ricchezza, del denaro, dell’avidità!
Di certo non mi sfiora
neppure il sospetto che chi compie tali azioni sia in grado di vedere oltre se
stesso, ma mi rimane un piccolissimo dubbio: prima o poi la vita ci presenta
sempre il conto di ciò che facciamo e, allora, quanto dovranno pagare queste
persone?
Non sono capace in
alcun modo a mettermi nei panni di alcuni individui per capire come si faccia a
dare un senso alla propria esistenza basandosi solo sulla ricchezza materiale. Sarà
un mio limite, ma proprio non riesco.
Di sicuro andrò
contro corrente in una società che misura ogni singola cosa in euro e in
dollari, ma continuo a credere che il senso sia riposto in altro, ossia nella
vita stessa.
E così proprio non
riesco a non sentire il dolore di quei poveri gatti, che, dati alle fiamme, avranno
cercato rifugio nei boschi, trovando invece solo sofferenza e morte. Non riesco
a non immaginare il loro terrore e la loro paura. Non riesco a non provare la
stessa angoscia di tutti gli altri animali, rimasti imprigionati in quell’inferno
bollente, che fino a poco prima, ossia fino a quando l’essere umano non ha
messo là le sue mani sporche di sangue e luride di violenza, era solo e
soltanto la loro casa.
E ora il Vesuvio
brucia, mentre la terra tenta di resistere imprigionata sotto le ceneri di quel
verde, che da decenni la proteggeva.
Gli uomini della
protezione civile sono al lavoro da ore. I volontari tentano di mettere in
salvo gli animali superstiti. Il personale delle Forze dell’Ordine dà sostegno
alla cittadinanza. La parte bianca dell’umanità scende in campo quando l’altra
faccia della stessa specie sparge veleno.
Così, mentre
qualcuno fa tutto quel che può, qualcun altro starà, invece, guardando e
facendo il tifo per le fiamme, la morte e la distruzione.
Un pensiero
personale va a tutte quelle anime innocenti ancora una volta uccise dalla
follia umana! Ora nessuno potrà più farvi del male e sarete libere ovunque
siete!
Il Vulcano brucia
e la terra piange. Quella stessa terra dei fuochi, che mai come ora rende omaggio
al suo triste appellativo.
Sabrina Rosa
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