domenica 2 febbraio 2020

Fine pena...MAI!

Chi compra un animale commette un doppio errore. Intanto un errore etico e morale, perché l'amore non si compra e non si vende, ma si conquista un giorno dopo l'altro. E, poi, un errore logico, perché per ogni animale acquistato, un altro muore in un canile o gattile e una fattrice continua ad essere sfruttata fino allo stremo delle sue forze.



Chissà perché nell'immaginario collettivo quando pensiamo all'inferno, ce lo raffiguriamo tutti come un luogo all'interno del quale è il colore rosso a dettare le regole, il calore rovente a controllare il ritmo dell'eternità e la presenza di persone, che si sono macchiate nell'anima per colpe di vario genere, a popolare lo spazio.

E, invece, no. L'inferno è altro e non è poi così lontano da noi. L'inferno è un luogo freddo ed umido, dove è il grigio a definire i limiti di uno spazio angusto, in cui sono costretti a vivere cani, che non si sono macchiati di alcuna colpa al mondo, se non quella di essere nati in balia dell'uomo. E così, innocenti proprio per non aver commesso il fatto, sono invece condannati ad un fine pena mai.

Ecco l'inferno è il loro mondo sulla terra, un angolo di pianeta dimenticato, sfruttato da chi quello spazio lo chiama "luogo di lavoro" e non sa più vedere il dolore e la sofferenza, che lo caratterizzano, né, tanto meno, ascolta ormai i latrati disperati, che bucano l'anima e che porti via con te, quando varchi il cancello e riprendi la strada verso casa...Una strada che non è più quella stessa che hai percorso nel viaggio di andata, perché sei tu che non sei più uguale a prima!

Eh si, perché davvero l'inferno lo porti con te, risenti gli  odori di corpi violati e lasciati al loro marcire, rivedi quegli spazi stretti ed angusti, che non hanno altra tonalità se non il grigio scuro, su cui risaltano esclusivamente due chiazze di triste colore: il verde dell'acqua da bere, che ristagna nelle ciotole da chissà quanto tempo, e il marrone della carne, che fa venire il voltastomaco anche solo a guardarla, ma che per chi è condannato all'ergastolo prende, purtroppo, il nome di "pasto".

E, poi, senti i latrati profondi ed incessanti, che squarciano il silenzio di un posto, che sorge lontano dalla città, come se non ascoltare, così il non vedere rendesse possibile cancellare un problema..Ma in questo noi esseri umani siamo imbattibili, come ci piace raccontarci che tutta va bene, mentre invece le cose proprio non vanno affatto.

E, una volta sulla strada di casa, porti con te anche quegli sguardi pieni di speranza, quelle zampe che sbattono contro la rete invalicabile, confine freddo tra un'anima ferita e il resto del mondo, ma soprattutto porti con te quelle code, che ancora riescono a scodinzolare quando ti avvicini a loro e, allora, sì che senti il cuore smettere di battere per un secondo, perché avverti in te tutta la vergogna di appartenere ad un genere terrestre, che sta perdendo la sua empatia e non vede oltre il prezzo di una vita...Una sorta di baratto tra se stessi e un destino, che appare ineluttabile, anche se ancora qualcuno cerca di dargli una sferzata netta e decisa...

Il senso di impotenza, che si prova davanti a tutto ciò, è così tanto avviluppante, che non basta nemmeno portare via, a fine giornata, alcune anime da là, saperle in salvo, renderti conto che hai scelto quelle più fragili, che forse non avrebbero avuto altre possibilità o sarebbero morte, in pochissimo tempo, per malattie già in corso..Malattie ignorate all'inferno, perché tanto che senso ha dover sanare piaghe o dedicare un'attenzione in più ad un cane anziano quando l'unica cosa che conta è il denaro? Un giorno in più di presenza di ciascun animale è un'entrata per la struttura, poi come si va avanti non importa...


Era da tanto tempo che non scrivevo più nulla, ma, dopo una notte di immagini forti, che risalivano con forza alla mente, mentre sentivo il calore di tutti e due i miei cani addosso alla mia pelle, ho pensato che forse lasciare qui le sensazioni provate potesse aiutarmi a trovare un pò di pace...So che non sarà così, so che quello che ho visto forse cambierà ancora una volta il mio modo di fare volontariato, perchè sembra sempre tutto poco rispetto al dolore che esiste nel mondo....
Ma su una cosa avevo bisogno di riflettere e di farlo qui: non si può continuare a comprare un animale, non si può continuare a non sterilizzare, perchè le strutture stanno scoppiano e ci sono migliaia di animali in cerca di una casa e di un calore familiare, che non hanno mai conosciuto...Siamo noi che dobbiamo cambiare tutto e spero che qualcosa si inizi davvero a fare...

E tutto ciò lo devo a Speed, già devo il tutto ad un cane, strano no? Pensiamo sempre di essere noi umani a definire il senso di ogni cosa, ma lui è, invece, il filo conduttore di questa mia storia..Lui che mi ha fatto rincontrare la persona che lo ha salvato ed entrare in questo mondo insieme anche a lei, lui che ogni giorno mi insegna la forza dell'amore e della fiducia, lui che quando ha paura, con il suo sguardo terrorizzato, mi ricorda ancora che una parte di quell'inferno è dentro di lui, perchè non si può mai cancellare del tutto il proprio passato...

Ognuno di noi può fare la differenza adottando, condividendo appelli, facendo volontariato in canile, offrendo stalli...insomma le opportunità non mancano, a noi la scelta e soprattutto la scelta di essere umani nel senso più autentico e profondo del termine!






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