Per chi non sapesse cosa sia uno stallo è presto spiegato: si tratta del dare ospitalità per un periodo di tempo limitato ad un animale, che ha già una sua sistemazione o che comunque ne sta cercando una.
Chi invece mi conosce sa una cosa indiscutibile: io sono la persona meno adatta al mondo per fare stalli, perchè tutti i miei stalli, anche se concordati per due giorni massimi di permanenza, hanno ormai un proprio nome e vivono con me da vari anni, come Mirna, Tea, Schizzo, Soffio e chi più ne ha più ne metta.
Questa premessa era doverosa, anche perchè nella vita bisogna sempre conoscere i propri limiti, a volte sfidarli e poi, se proprio non si riesce, arrendersi e fare altro. Ma siccome io sono una di quelle che, malgrado tutto e tutti, comunque persevera, da qualche tempo mi sono imbarcata nell'avventura di dare disponibilità per prendere in stallo un cane, e così lo scorso anno, proprio in questo periodo ho vissuto la mia esperienza con lui....CanettoDunque in un freddo pomeriggio di dicembre dello scorso anno è iniziata così la mia avventura con Canetto. Ora badate bene che Canetto un nome suo ce l'aveva (si chiamava Giumbolo per l'associazione e Gigio per l'adottante), ma io mi sono rifiutata sin da subito di usarlo ed ho preferito Canetto per mettere tra me e lui una "sana distanza"! Distanza che penso a livello emotivo ed affettivo sarà durata si e no un'ora, perchè non appena è arrivato con quello sguardo smarrito, le sue tre zampe funzionanti ed una infortunata, le cicatrici di una vita sul muso e nell'anima si è subito annullata e così è entrato a pieno titolo a far parte della mia famiglia pelosa.
Dopo qualche giorno di naturale smarrimento, Canetto si è integrato a pieno titolo all'interno del branco dei nani terribili di casa mia, anche perchè vengono tutti dallo stesso canile lager del sud e si sa che chi ha condiviso le stesse esperienze poi si riconosce con un semplice sguardo.
Piano piano ha anche iniziato a fidarsi, a salire sul letto ed a prendersi coccole e carezze senza più stare in piedi e pronto alla fuga, ma rilassandosi sdraiato e scodinzolante.
Sempre chi mi conosce sa che io sono una gattara doc, di quelle che impazziscono per i felini, completamente schiava della loro bellezza ed affascinata dalla loro capacità di farsi amare per il semplice fatto di esistere. Se scoprissi qual è il segreto della loro magia, di sicuro sarei una donna più felice e forse con qualche sassolino in meno nella scarpa, ma per ora mi accontento di averli vicini e di farmi cullare dalle loro fusa.
Eppure - perchè c'è un "eppure" anche nelle storie d'amore più estreme - i cani mi smuovono sentimenti forti, diversi da quelli che mi suscitano i gatti e che spesso mi rapiscono, perchè sento forte dentro di me il loro bisogno di avere una guida, di affidarsi e di fidarsi ed è proprio questo che li rende fragili nella maggior parte dei casi nei confronti degli umani.
- Canetto e Speed - |
Eh si perchè i cani sono spesso vittime di maltrattamenti, di abbandoni, di sfruttamento ed io mi chiedo sempre cosa penseranno in questo caso, perchè chi viene tradito ne esce distrutto. Ma, anche se feriti nell'animo, i cani sanno ancora credere che possa rinascere un amore, tanto che si mettono in gioco e ricominciano la loro storia con un umano diverso, speranzosi che sia finalmente la persona giusta e soprattutto l'occasione giusta per essere felici.
Ho imparato molto negli anni da Speed, il mio amico a quattro zampe, che è arrivato oramai bel 13 anni fa a casa mia folle, ferito nel corpo e nell'animo, poco incline a fidarsi (ed a ragione), forse anche incredulo che potesse farlo; tuttavia con gli anni il nostro rapporto è cambiato, cresciuto, io stessa, che nella maggior parte dei casi ho i suoi stessi timori verso il prossimo, con lui ho sperimentato sensazioni che forse mai nessun essere umano ha saputo trasmettermi.
Spesso tra noi basta un solo sguardo per capire un intero mondo di pensieri e di emozioni, che nessuna parola al mondo potrebbe mai definire.
E dopo di lui è comparsa Trilly, schiva, timida, con quella voglia di carezze, che contrasta ancora con la paura del contatto troppo ravvicinato; con lei una sfida continua e forse infinita perchè a volte probabilmente lasciarsi andare diventa impossibile, si può al limite aspirare a stare sereni e penso che per lei sia proprio così.
Ma devo dire che è grazie a Speed e Trilly che ho deciso di lanciarmi nella sfida Canetto, pensando che nessun cane al mondo merita di vivere in quell'inferno di cemento grigio dove erano prigionieri tutti e tre. Nessuno mai!
E così, proprio nel periodo in cui è stato con me, Canetto è stato operato e successivamente, non appena è tornato in piena forma, ha raggiunto la sua vera mamma e la sua nuova casa. Non è stato facile lasciarlo andare, ma so che di lui mi rimarranno per sempre le passeggiate insieme, le coccole di sera mentre guardavamo la televisione tutti insieme, il suo abbaiare a tutti per difendere il resto del branco di nani rumorosi e soprattutto lo sguardo intenso, che mi ha lanciato dalla macchina di una volontaria dell'associazione, mentre andava in clinica e che è una di quelle scene stampate nel cuore, che poi non si cancella mai più.
Gli ultimi giorni vissuti insieme li abbiamo dedicati a coccole, ripresa fisica e soprattutto tanto, tanto amore, perchè poi è quello che resta dentro di ognuno di noi.Mi rimane solo una cosa da fare...devo dire grazie a Giulia, che grazie a Un tesoro di cane, mi ha coinvolta in questa avventura e che mi ha permesso anche di vivere quelle emozioni che io stessa solitamente rifuggo per prima (in fondo nulla è per caso e penso che Trilly non sia arrivata fino a me senza un motivo), perchè non sono brava con i saluti, mi fa male dire addio e gli arrivederci mi intristiscono!
E ancora di più devo dire grazie a Livia, che è stato il vero angelo accanto a Canetto, diciamo le sue ali per viaggiare e il suo porto sicuro quando di è svegliato dall'anestesia, insomma senza di lei non sarebbe nemmeno stato facile tutto questo.
Il momento dei saluti non è stato semplice per me...lacrime senza dubbio e quella tristezza velata nel cuore, frammista alla gioia di sapere che sarebbe stato felice, perchè finalmente sarebbe diventato Gigio e piano piano si sarebbe fatto il giusto spazio per aprire la porta a Canetto due, che ancora non so chi è e dove sta, ma di sicuro aspetta da qualche parte del mondo.
Ora siamo di nuovo a dicembre ed è tempo di aprire una nuova gabbia, di aprire anche il cuore ad un nuovo amico che ha bisogno di un angolo di pace transitorio, prima di raggiungere il divano che lo renderà un cane felice per il resto della sua vita...
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