Il prossimo sabato 26 novembre appuntamento a Sangineto (CS) alle ore 14.30 per la manifestazione nazionale, organizzata per chiedere giustizia per Angelo, il cane seviziato ed ucciso da 4 giovani del posto: Giuseppe Liparoto, Luca Bonanata, Francesco Bonanata e Nicholas Fusaro.
Dal giorno del misfatto tante sono state le iniziative, più o meno spontanee, promosse dalle associazioni animaliste, ma tutt'ora non ci sono novità.
Angelo rimane una vittima innocente della follia umana, senza giustizia, senza che al momento nessuno dei suoi assassini abbia in qualche modo cambiato la propria vita, anzi, semmai, sono accaduti anche altri fatti simili (come il recente episodio a Pescia in Toscana) e la dicotomia si va così rafforzando: animali maltrattati da una parte e uomini violenti dall'altra! La giustizia dove sta?
Proprio a tale domanda pretende una risposta il Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali Onlus (N.O.I.T.A.), che è tra gli enti promotori della manifestazione di sabato 26 novembre, insieme al Partito Animalista Europeo (P.A.E.).
A raccontarmi che cosa si sta tentando di smuovere e quali sono le principali aspettative della giornata è stato proprio il Presidente Nazionale di N.O.I.T.A., Enrico Rizzi, con il quale sono riuscita a parlare telefonicamente e al quale vanno tutti i miei più sentiti ringraziamenti, per quello che sta facendo e per il tempo che mi ha dedicato.
L'azione del Nucleo Operativo italiano Tutela Animali Onlus ha preso avvio con la redazione e l'invio di una lettera a tutti i Parlamentari e allo stesso Presidente della Repubblica per chiedere un netto inasprimento della pena nei confronti di chi commette reati contro gli animali.
Al momento, tuttavia, non c'è stata neppure una risposta. Non un solo Deputato o Senatore, né tanto meno il Presidente della Repubblica, si sono mai degnati di mandare un messaggio o di mostrare un qualche interesse per la questione.
E così la situazione è diventata sempre più tesa, con gli animalisti da una parte a chiedere giustizia per Angelo e gli abitanti di Sangineto dall'altra, i quali oscillano tra momenti di netta presa di posizione contro i quattro concittadini (in alto nella foto), e momenti in cui, invece, li difendono a spada tratta, usando anche la loro stessa violenza (seppur verbale), così come abbiamo visto nel servizio de Le iene.
Stanchi dell'immobilismo legislativo, persone da tutta Italia si sono, quindi, dati appuntamento
proprio là, in quel paese in cui il sangue di Angelo è sceso a macchiare indelebilmente le strade e le mani di chi ha compiuto il misfatto.
Sono 10 i pullman che partiranno da tutta Italia - come mi racconta sempre Enrico Rizzi - e in tutto sono circa 1.000 le persone che, quando ci siamo sentiti qualche giorno fa, avevano confermato la propria partecipazione alla manifestazione.
Un numero significativo, al quale si aggiungeranno sicuramente anche altri manifestanti, che raggiungeranno con mezzi propria Sangineto.
Forse di fronte a tali numeri le autorità dovranno ben comprendere la gravità della situazione, che chiede risposte urgenti, per non rischiare di cadere in un pericoloso far west, in cui il senso di giustizia fai da te sostituisce una legge, che deve invece fare il suo corso e punire, laddove la punizione è la sola risposta equa di fronte ad un omicidio.
Ogni volta che il pensiero va ad Angelo continuo a sentire un fortissimo senso di dolore, perché far del male a chi si fida di noi è davvero una crudeltà nella crudeltà e non può, ma soprattutto non deve, restare impunita.
Per ragioni personali purtroppo non potrò essere a Sangineto, ma se mandate foto, filmati o anche resoconti pubblicherò volentieri tutto, così da mostrare che esiste una parte dell'umanità che sa ancora amare e credere nella vita in ogni sua manifestazione.
Sabrina Rosa
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