Questa mattina, come quasi sempre faccio (o meglio facevo proprio fino ad oggi perché da domani penso proprio che cambierò strada), sono entrata in un punto vendita Coop e così, mentre facevo la fila alla cassa, ecco cosa ho trovato: un depliant in formato A4 e con tanto di cartoncino rigido intitolato Il nostro impegno per il benessere animale non è solo sulla carta.
Infatti esiste anche un sito ufficiale di questa roba, che si chiama Alleviamo la salute.
In copertina immagini di animali cosiddetti da reddito, che posano in bella mostra sotto questo titolo imponente. E qualcosa già qui non quadrava, ma ho comunque dovuto attendere di pagare la spesa, prendere una copia del pamphlet illuminante ed uscire per leggere anche il resto.
Le foto dell'opuscolo le potete vedere qui e la dicono ben lunga rispetto a cosa la Coop intenda per benessere animali. In poche parole la concezione di quest'azienda sul come i nostri amici a 2 o 4 zampe possano vivere bene si fonda sull'idea di dar loro meno antibiotici.
Accidenti che idea geniale!
Soprattutto perché il primo inganno viene proprio dalla foto: al momento si parla solo di polli, non di altri animali come raffigurati sempre nell'accattivante copertina.
Ma soprattutto peccato che, in realtà, alla Coop - come alla stragrande maggioranza dei produttori - non interessi un benché minimo niente degli animali e del loro benessere, ma quello che vogliono far credere di tutelare è solo e soltanto la salute umana.
Perché nutrirsi di carne contenente antibiotici non fa altro che creare il cosiddetto fenomeno di accumulo di farmaci nel nostro organismo, con le ormai ben note conseguenze, che tutti sappiamo e che tanti continuano ad ignorare.
Punto primo quindi si sta parlando, ancora una volta di esseri umani e non di animali! Ossia ancora una volta siamo totalmente centrati sull'atropocentrismo imperante, che non lascia alcuna possibilità di spazio al biocentrismo.
Punto secondo: tutti, grazie alle inchieste condotte da associazioni come Animal Equality o Essere Animali e ai presidi di Nomattatoio, ma anche grazie a libri quali ad esempio Cowspiracy, ormai siamo consapevoli del fatto che senza antibiotici sarebbe impossibile la concezione stessa di allevamenti intensivi (e in Italia questi sono le fonti principali di carne delle grandi aziende), perché gli animali non sopravviverebbero abbastanza nelle condizioni orrende, in cui sono costretti a vivere al loro interno.
Del nulla, proprio del nulla.
Altro che foto di galline che gironzolano a terra, come quella dell'opuscolo, ma chi vogliono far fessi questi signori? Forse coloro che, comprando e mangiando la carne, leggono quest'illuminante opuscolo e si tacitano al meglio la coscienza, ma la realtà non è questa.
La realtà sono gli allevamenti intensivi, in cui gli animali vivono in condizioni terribili. Tutti sappiamo delle condizioni infernali, a cui sono sottoposti polli e galline: i pulcini maschi il più delle volte sono gettati nel tritapolli (hanno coniato anche un termine per un attrezzo del genere! ci vuole proprio coraggio) o, nel migliore dei casi, debeccati (ossia asportano loro il becco, ricco di terminazioni nervose, per non farli aggredire l'un l'altro), spesso sono stipati in gabbie in cui non possono muoversi, senza mai vedere la luce del giorno.
Da quest'inferno polli e galline escono solo nel momento in cui vengono uccisi, per finire a riempire banchi e scaffali di supermercati, proprio come la Coop.
Ma la cosa più grottesca è la scritta che vedete nella foto qui a destra, Ecco perché il benessere degli animali è nell'interesse di tutti ed immediatamente sotto una foto di spiedini di pollo in bella mostra.
Alla faccia del benessere! Spero di non incontrare mai nessuno che si prenda così tanto cura di me...
Ora ognuno è libero di fare ciò che vuole nella vita, tranne prendere in giro il prossimo. Quindi secondo me questa è informazione ingannevole, materiale commerciale che promuove la vendita di vite senzienti e basta.
Cara Coop non credo sia una bella pubblicità, ma non sta a me giudicare. Un'unica cosa: lo spot La Coop sei tu ecco proprio no, io non lo sono e molti altri credo che la pensino nello stesso modo.
Magari prima di parlare di benessere animale sarebbe bene documentarsi e sarebbe, forse, altrettanto bene essere sinceri e scrivere benessere umano, che questo è poi il fine ultimo della vostra pubblicazione.
Se a qualcuno rimanesse ancora qualche dubbio, inserisco le foto della quarta di copertina sempre dell'illuminante opuscolo. Qui davvero la salute emerge in tutta la sua potenza!
Ora se questo è benessere...il malessere come lo vogliamo definire?
Io ho una mia idea personale di benessere e ve la voglio mostrare con questa foto...che ne pensate?
Sabrina Rosa
lecronacheanimali@gmail.com
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